Scopriamo insieme cos’è la dispepsia
La dispepsia è un disturbo delle prime vie digerenti (parte superiore dell'addome) che solitamente si caratterizza per sensazione di sazietà precoce, dolore “alla bocca dello stomaco”, prolungata digestione, talvolta accompagnata da nausea.
La dispepsia una delle malattie gastroenterologiche più diffuse basti pensare che il 7% della popolazione generale ne è affetta.
Quai sono le cause più frequenti della dispepsia?
Le cause sono molteplici ma le principali possono essere riassunte in:
1) disturbo a carico dell’asse “tratto digerente-cervello”. Lo stomaco è infatti finemente innervato da fibre nervose che mandano e raccolgono segnali dal cervello allo stomaco e viceversa mediandone la sensibilità e la motricità;
2) alterazioni dell’accomodamento e svuotamento gastrico durante il pasto;
3) malattia organica dello stomaco.
Quali sono i sintomi?
I sintomi più frequenti sono sensazione precoce di ripienezza post-prandiale, difficoltà alla “digestione” intesa come svuotamento gastrico, “pesantezza” post-prandiale, dolore o bruciore in sede epigastrica (sottosternale).
A quali esami sottoporsi per avere una corretta diagnosi?
Per la corretta diagnosi è necessaria una adeguata anamnesi che escluda segni o sintomi di allarme per altre malattie. È necessario inoltre distinguere se la dispepsia è di recente insorgenza o cronica e la diagnostica anche strumentale va decisa dal medico sulla base anche dell’età.
Quali sono le complicanze della dispepsia se non viene curata?
La dispepsia funzionale, non associata a patologia organica, per quanto invalidante possa essere per la vita del paziente, solo molto raramente si accompagna a complicanze (dispepsia refrattaria) che sono eventualmente da considerare e gestire all’interno di un gruppo medico multidisciplinare.
Cosa fare in caso di dispepsia?
La terapia di prima linea per la dispepsia (da linee guida della British Society of Gastroenterology 2022), consta di esercizio aerobico, adeguata dieta, eventuale eradicazione dell’infezione da Helicobacter pylori, farmaci inibitori della pompa protonica gastrica, farmaci procinetici. Esistono poi terapia di seconda linea con neuromodulatori che vanno tuttavia adeguati al paziente.