Sindrome delle apnee ostruttive durante il sonno: quali soluzioni?
La Sindrome delle Apnee Ostruttive durante il Sonno è una patologia che interessa il flusso aereo nella zona delle vie superiori. Il Dott. Roberto Martino, Cardiologo a Brindisi, illustra quali sono le problematiche di questa condizione e quali sono le soluzioni terapeutiche a cui attingere
Cos’è la sindrome delle apnee ostruttive del sonno?
La Sindrome delle Apnee Ostruttive durante il Sonno (OSAS, dall’inglese Obstructive Sleep Apnoea Syndrome) è una condizione patologica caratterizzata alla cessazione completa (apnea) o parziale (ipopnea) del flusso aereo a livello delle vie aeree superiori della durata di almeno 10 secondi dovuta al collabimento del faringe durante il sonno.
A cosa è dovuta?
L’apnea ostruttiva durante il sonno è dovuta al collasso delle vie aeree superiori a livello del faringe. Tale evento si verifica in paziente con caratteristiche anatomiche della testa e del collo predisponenti e maggiormente a rischio sono i pazienti obesi, nei quali il grasso adiacente al faringe provoca una costrizione ab estrinseco. Anche l’assunzione di alcool e sonniferi prima di andare a dormire possono contribuire al fenomeno.
Cosa comporta la sindrome delle apnee ostruttive del sonno?
Durante un episodio apnoico i polmoni si cercano di espandersi con un importante sforzo dei muscoli respiratori, che lavorano contro l’abnorme resistenza generata dall’ostruzione delle vie aeree a livello del faringe, la frequenza cardiaca aumenta, la pressione arteriosa può raggiungere picchi pressori di 240/130 mmHG e la struttura del sonno viene alterata.
L’OSAS può pertanto nel tempo creare o contribuire a problemi di salute anche al di fuori dell’apparato respiratorio e della sfera del sonno, come ad esempio: diabete mellito, obesità, depressione etc. Particolare rilevanza assumono gli effetti avversi dell’OSAS sul sistema cardiovascolare. Le apnee ostruttive alla lunga comportano una serie di risposte meccaniche, emodinamiche, chimiche ed infiammatorie dannose per il cuore e per i vasi che si declinano in:
- Aumentato rischio di eventi cardiovascolari fatali nei pazienti affetti da OSAS di grado severo, 4-5 maggiore rispetto ai controlli sani;
- Ipertensione arteriosa, riscontrabile in circa il 60% dei pazienti con OSAS; in questi pazienti tipicamente viene meno il fisiologico calo della pressione arteriosa durante il sonno (“profilo pressorio non dipper”) e si avrà un aumento del tono simpatico che rende più difficile il controllo della pressione arteriosa durante la veglia;
- Maggior incidenza di ischemia miocardica, sia perché la sindrome delle apnee notturne condivide numerosi fattori di rischio con l’aterosclerosi quali il diabete e l’obesità, sia perché l’aumentato lavoro cardiaco durante un episodio apnoico unitamente alla riduzione del contenuto di ossigeno nel sangue che esso determina possono portare a fenomeni di “ischemia cardiaca da discrepanza”;
- Maggior incidenza di aritmie, sia bradi-aritmie come i blocchi atrio-ventricolari che le tachi-aritmie come la fibrillazione atriale.
Come si diagnostica?
Va sospettata in presenza di sintomi diurni (eccessiva sonnolenza, difficoltà a mantenere la concentrazione, cefalea, calo della libido e impotenza, depressione) e notturni (russamento e apnee riferito dal partner, sudorazione notturna, necessità di minzione notturna, sonno frastagliato per microrisvegli, bocca asciutta al risveglio).
In presenza dei suddetti sintomi la diagnosi si basa sulla polisonnografia, esame non invasivo e indolore che consiste in un dispositivo portatile che consente lo studio a domicilio di alcuni parametri durante il sonno che comprendono: la saturazione di ossigeno nel sangue, l’elettrocardiogramma, il flusso dell’area attraverso le vie aeree e i movimenti del torace.
Come si cura?
Sono oggi disponibili diverse soluzioni terapeutiche per la sindrome delle apnee ostruttive durante il sonno che ci permettono di personalizzare la cura in base alle caratteristiche del singolo paziente. Esse comprendono:
- Misure di carattere generale, quali la riduzione del peso corporeo, l’esercizio fisico, l’astinenza dall’alcool nonché dall’uso di sedativi;
- Presidi terapeutici quali la CPAP, una mascherina facciale che consente una ventilazione meccanica a pressione positiva che fornisce un sostegno pneumatico al faringe evitandone il collabimento;
- Apparecchi odontoiatrici indicati per alcuni pazienti in cui permettono di spostare in avanti la mandibola aumentando il calibro delle vie aeree;
- Terapia chirurgica otorinolaringoiatrica indicata in alcuni pazienti con difetti anatomici che predispongono alle apnee ostruttive durante il sonno.