Sindrome di Ménière: come riconoscerla e cosa fare?
Il Dott. Fulvio Mammarella, specialista in Audiologia e Foniatria, ci spiega in che cosa consiste la sindrome di Ménière e come trattarla
Sindrome di Ménière: com’è la situazione in Italia?
La sindrome di Ménière è un disturbo dell’orecchio interno caratterizzato dalla presenza contemporanea della triade. ovvero calo acustico, vertigini ed acufeni.
A questi sintomi si associa quasi sempre la “fullness” o, come viene spesso definita, la sensazione di orecchio chiuso.
È una patologia statisticamente poco comune (si stima una percentuale di diagnosi di circa il 5% sul totale dei disturbi vestibolari), ma a causa delle sue modalità incomplete di presentazione è spesso sottostimata.
È possibile prevenire i fattori di rischio?
Non esistono ancora evidenze eziologiche, si ritiene che alcuni gruppi familiari siano a maggior rischio genetico ereditario.
La penetranza, cioè la manifestazione clinica, incompleta rendono questa correlazione familiare solo parzialmente attendibile.
Sono numerosi i comportamenti suggeriti per ridurre l’insorgenza delle crisi, la loro applicazione è da personalizzare caso per caso.
Perché è importante non sottovalutare i sintomi?
La sindrome di Ménière nella forma classica è una patologia con tendenza alla progressione.
La sintomatologia più comune include:
- Ipoacusia
- Vertigini
- Nausea e vomito
- Acufeni
- Ovattamento e tensione auricolare
La diagnosi e l’inquadramento nelle fasi precoci permette al paziente di ridurre il numero degli episodi e di rallentare o bloccare la progressione della patologia.
Non esiste un esame diagnostico per eccellenza, in inglese gold standard, perché solitamente la diagnosi è frutto della combinazione di più accertamenti clinico-strumentali.
L’esame audiometrico tonale è l’imprescindibile caposaldo di qualsiasi percorso diagnostico.
È possibile curare la Sindrome di Ménière?
Le terapie per la cura della sindrome di Ménière riconosciute dalla Società Scientifica Medica Internazionale sono numerose.
Vanno dalla semplice terapia alimentare fino a procedure demolitive nei casi a sintomatologia invalidanti più grave non responsivi ad alcuna terapia.
Si consiglia di adottare una dieta povera di sale e l’assunzione di diuretici per controllare i sintomi e ridurre la ritenzione idrica dell’organismo.
È possibile ricorrere anche all’iniezione di gentamicina nell’orecchio medio, che aiuta a controllare le vertigini ma vi è il rischio di perdere l’udito. Per questo, alcuni specialisti iniettano un corticosteroide, il quale non presenta rischi per l’udito.
Quando tutte queste terapie conservative non danno risultati ottimali, si possono eseguire degli interventi, alcuni dei quali si realizzano sul sacco endolinfatico per decomprimerlo.
Tuttavia, la scelta della terapia più appropriata ad ogni singolo paziente avviene sempre in seguito a una valutazione clinico-strumentale completa.