Sindromi da iperaccrescimento a mosaico: scopri di più!
Le sindromi da iperaccrescimento sono un gruppo di condizioni caratterizzate dall’eccessiva crescita di alcuni distretti corporei. Approfondiamo questo argomento con la Dott.ssa Chiara Leoni, specialista in Pediatria e Genetica Clinica
Quali sono le cause delle sindromi da iperaccrescimento a mosaico?
Queste sindromi sono dovute più comunemente a mutazioni a carico di geni codificanti elementi della cascata cellulare PI3K/AKT/mTOR, la quale svolge un ruolo fondamentale nella regolazione del ciclo cellulare.
Tali mutazioni non sono presenti in tutte le cellule della persona affetta, ma solo in determinati tessuti (mutazione a mosaico). Ciò comporta che l’iperaccrescimento non sia generalizzato ma, a seconda della sindrome specifica, circoscritto a determinati tessuti/distretti corporei (tessuto muscolare, adiposo, osseo, vascolare e così via).
Quante tipologie di sindrome esistono?
La sindrome di Proteus è una condizione rarissima causata da mutazioni nel gene AKT1 e rappresenta la forma più severa delle sindromi da iperaccrescimento a mosaico.
Si identificano invece con il termine PROS (PIK3CA-Related Overgrowth Spectrum), le condizioni dovute a mutazioni nel gene PIK3CA, la cui presentazione clinica dipende da molte variabili, tra cui le caratteristiche biologiche e l’epoca di insorgenza della mutazione durante lo sviluppo embrionario, il tessuto affetto e il numero delle cellule coinvolte. Appartengono al gruppo PROS le sindromi CLAPO, CLOVES, Klippel-Trenaunay, l’iperplasia fibro-adiposa e altre.
Come si manifestano e in che modo avviene la diagnosi?
L’esordio della sintomatologia avviene solitamente durante la prima infanzia, con il progressivo incremento di dimensioni di uno o più distretti corporei.
Dopo un’iniziale valutazione clinica, accompagnata da indagini strumentali, la diagnosi definitiva si effettua nella maggior parte dei casi tramite analisi genetica del tessuto affetto, solitamente su prelievo bioptico cutaneo.
La crescita eccessiva dell’area colpita può causare gravi deformità e avere effetti considerevoli sulle strutture circostanti (ad es. compressione).
Considerando la possibilità di avere più distretti corporei coinvolti, l’approccio a tali condizioni deve essere inevitabilmente multidisciplinare e possibilmente eseguito in centri di riferimento specializzati.
Quali trattamenti vengono impiegati in questi casi?
Il trattamento di queste condizioni mira a mantenere l’integrità morfo-funzionale dei distretti colpiti; spesso interventi chirurgici sono necessari così come terapie mirate al contenimento delle singole manifestazioni cliniche, come la scleroterapia.
Recentemente sono emersi numerosi farmaci sperimentali riposizionati dall’Oncologia che agiscono specificamente sui geni alterati in queste sindromi e che potrebbero rappresentare un’importante alternativa futura. L’accesso a queste terapie in Italia avviene al momento con trial clinici o con prescrizioni ad uso compassionevole.