Sognare ai tempi del Covid-19
Il sogno, o meglio i sogni, sono tra gli argomenti più di tendenza nella nostra attualità. Google Trend ce lo dimostra: le keyword “sogni” ed “incubi”, si trovano in vetta alle classifiche delle parole più ricercate in Internet. Nonostante questo, di sogni non se ne parla in giornali e televisioni, e non si parla soprattutto di come la pandemia di Covid-19 abbia influenzato il nostro modo di sognare. Nell’ultimo periodo, i pazienti ammettono di sognare più frequentemente e più intensamente. D’altra parte, vivendo in questa realtà quasi onirica creata dalla pandemia marcata da personaggi strani con volti coperti da mascherine e strade quasi vuote, il mondo dei sogni ed il mondo reale si scambiano quasi di ruolo. Ce ne parla il Dott. Humberto Zanetti, esperto in Psicoterapia a Roma
Che cos’è un sogno?
Prima di analizzare i nostri sogni al tempo della pandemia, è bene chiedersi “Cosa sono i sogni?” e “Perché sogniamo?”. Le risposte le possiamo trovare in differenti pensatori e scienziati della modernità:
- Freud: il sogno è difensore del sonno, permette alla mente di isolarsi dagli stimoli esterni garantendole il riposo. Il sogno è inoltre manifestazione di tutti i desideri e pensieri frenati;
- Jouvet: l’essere umano sogna per poter coltivare la propria persona, rielaborando informazioni ed esperienze recentemente vissute;
- Jung: il sogno è la bilancia perfetta tra quello che siamo nella vita reale e quello che no (es. il timido non lo sarà nei suoi sogni)
Altre teorie e/o idee affermano il sogno come:
- Risolutore di collisioni emozionali derivanti, soprattutto, dalle relazioni sociali;
- Backup: potenziare i ricordi cancellando quelli inutili;
- Simulatore di “irrealtà”: il sogno da alla mente la possibilità di giocare con la fantasia;
- “Rielaboratore” emozionale: sentimenti ed emozioni provati in una giornata tipo si riflettono nel mondo onirico;
- Rimodellatore del nostro mondo: modifica e distorce il nostro modello di mondo, mostrandoci nuove possibilità e nuovi piani d’azione;
- Simulatore comportamentale in caso di situazioni minacciose.
Nonostante ci siano differenti punti di vista e risposte sul perché sogniamo, tutte le teorie condividono uno stesso concetto: mondo onirico e mondo reale non sussistono separatamente, ma sono attività delle mente strettamente collegate e capaci di influenzarsi a vicenda. Sappiamo tutti come un sogno possa condizionare il nostro umore al risveglio!
Come è cambiato il sogno durante la pandemia?
Sicuramente con il Covid sogniamo di più. Sogniamo di più perché la realtà in cui stiamo vivendo è una costante minaccia, minata costantemente da uno stato di insicurezza tanto sociale quanto economica. Temiamo di non vedere il mondo tornare alla sua normalità e di poter trovare nuovamente un “porto sicuro”. Sulla base, quindi, delle definizioni di sogno che abbiamo individuato prima, possiamo delineare le funzioni che ha assunto durante il Covid:
- Rispondere alla minaccia di questa nuova normalità, elaborando nuove forme di reazione nel sonno;
- Elaborare sentimenti ed emozioni negative collocandole in un’ottica più grande (quella illimitatamente vasta dell’onirico);
- Scappare da questa realtà imposta, collocandoci in nuove scenografie;
- Ristabilire ritmi e stimoli della nostra vita pre-pandemia minati dall’isolamento.
La nostra mente agisce come uno scudo protettivo: i sogni si intensificano, diventano più strani per difenderci dagli effetti psicologici del Covid (dato che dal Covid è impossibile!!)