Tossicodipendenza: cosa vuol dire essere dipendenti?
La tossicodipendenza si basa principalmente sul “sistema della ricompensa” e “dell’educazione al piacere”. Ce ne parla il Dott. Roberto Bertolli, esperto in Psichiatria a Milano
Qual è il meccanismo che crea dipendenza?
Da qualche tempo si parla di nuove droghe e nuove dipendenze: internet, gioco, lavoro. Ma è davvero tutto “nuovo”? Non proprio: il meccanismo che crea la dipendenza è sempre lo stesso ed è vecchio quanto lo sono gli animali. Bovini, ovini, suini ed equini, per esempio, si cibano di una leguminosa (locoweed) che fa loro sviluppare una dipendenza detta locoismo, caratterizzata da un'ossessiva ricerca della pianta. Qui non vi sono spacciatori o cattive compagnie, ma solo l’incontro casuale con un’esperienza che premia donando uno stato piacevole.
Su cosa si fonda?
Tutto il meccanismo delle dipendenze si fonda sul “sistema della ricompensa”: se qualcosa accende la scintilla del premio nel cervello, questa viene fissata saldamente nella memoria e cercata ancora. Questo sistema serve per farci diventare dei drogati? No certamente. È un sistema al quale sono affidate alcune funzioni importanti per la vita, come la riproduzione, l’alimentazione e lo stesso attaccamento. Purtroppo, però, questo processo non è selettivo e può essere attivato anche da altre sostanze ed esperienze. Il risultato è sempre lo stesso: il piacere. Per questo è difficile trattare le dipendenze.
Come si può prevenire la dipendenza?
Il sistema della ricompensa non ammette la rinuncia, perciò prevenzione e cura hanno in comune l’esigenza dell’educazione al piacere. Va costruita e rinforzata la capacità di aderire a un progetto, vanno diversificate le occasioni di soddisfazione, va sviluppata la capacità di tollerare le inevitabili frustrazioni per raggiungere un obiettivo piacevole. Va educato il gusto affinché la vita possa essere apprezzata in tutti i suoi sapori e possa essere colto l’impoverimento che ogni condotta di dipendenza produce nell’esistenza.