Tumore renale: diagnosi, rischi e terapie
Il tumore al rene è una malattia sempre più diagnosticata oggi grazie alle tecniche di radiologia moderna. Questo tumore viene spesso trovato in maniera incidentale quando un paziente esegue un'ecografia addominale, una TC o RMN per altri motivi. Di conseguenza, si ottiene una diagnosi di “massa renale” (ovvero una lesione non meglio specificata che origina dal rene) che deve essere approfonditamente analizzata dall’urologo e successivamente trattata. A parlarcene in questo articolo è il Dott. Simone Albisinni, Specialista in Urologia e Chirurgia Robotica a Roma
Sintomi e segni clinici
Più raramente, in caso di lesioni molto grandi o avanzate, il paziente potrebbe presentare sangue nelle urine, dolore al fianco o, in alcuni casi, la lesione potrebbe addirittura essere palpata dal medico attraverso la parete addominale.
Fattori di rischio associati
Attualmente, i principali fattori di rischio riconosciuti per questa malattia sono il fumo di sigaretta, l’ipertensione e l’obesità. Il diabete sembra anche essere associato ad un rischio maggiore di sviluppare un tumore al rene.
Nella maggior parte dei casi, una TC addominale con mezzo di contrasto permetterà a un urologo esperto di diagnosticare una lesione maligna. Nei pochi casi dubbi, o in pazienti particolari (come quelli con un solo rene o pazienti anziani fragili), può rendersi necessaria una biopsia.
La terapia dipende principalmente dalla dimensione della lesione, dalla presenza o assenza di metastasi e dallo stato generale del paziente.
Terapie a seconda della dimensione della lesione
Le lesioni di dimensione inferiore ai 2 cm non necessitano di interventi: esse sono spesso benigne e possono essere monitorate con TC ogni 6-12 mesi. In caso di crescita significativa, si opterà per la rimozione chirurgica.
Per le lesioni di dimensione superiore ai 2 cm, la terapia di scelta è la resezione chirurgica con risparmio del rene, la cosiddetta “nefrectomia parziale”. Con l’aiuto del robot e in anestesia generale, il chirurgo rimuove la lesione tumorale preservando il rene e garantendo una buona funzionalità renale post-operatoria. Si tratta di una chirurgia complessa, della durata di circa 2 ore, da eseguire in mani esperte, che tuttavia permette un'asportazione della lesione in sicurezza nella maggioranza dei casi.
Per le lesioni molto grandi o che infiltrano ampiamente il rene, si procederà a una rimozione completa del rene e della lesione, ovvero la “nefrectomia radicale”. Questo intervento, meno complesso rispetto alla nefrectomia parziale, garantisce la rimozione completa del tumore.
Approccio alle lesioni metastatiche
Alcuni pazienti, purtroppo, presentano delle lesioni metastatiche già alla diagnosi: per loro è fondamentale una discussione oncologica multidisciplinare tra urologo, oncologo e radioterapista. In base a criteri ben precisi, si deciderà se iniziare con una terapia oncologica (come l'immunoterapia) o se asportare il rene malato come primo intervento.