Urinocoltura: risolviamo tutti i dubbi
L'urinocoltura è un esame diagnostico fondamentale per rilevare la presenza di batteri nelle urine, indicando un'infezione del tratto urinario. Questo test è comunemente prescritto dagli urologi per identificare le cause di infezioni urinarie difficili da trattare e per orientare le terapie più appropriate. Di seguito approfondiamo insieme al nostro urologo, il Dott. Vincenzo Maria Altieri, gli aspetti principali di questo esame, come viene effettuato e perché è importante per la salute urinaria.
Cos’è l’urinocoltura?
L'urinocoltura è un esame microbiologico che permette di rilevare e identificare eventuali batteri presenti nelle urine. Un risultato positivo, detto "urinocoltura positiva", sta a indicare che sono stati rinvenuti batteri nelle urine, suggerendo la presenza di un’infezione. Questo tipo di infezione può coinvolgere la vescica, i reni o la prostata.
Le infezioni urinarie sono molto comuni, specialmente tra le donne, ma possono colpire persone di ogni età e sesso. Un'urinocoltura positiva è spesso seguita da altri test, come l'antibiogramma, che permette di determinare a quali antibiotici i batteri sono sensibili. Questo passaggio è fondamentale per stabilire il trattamento più efficace, specialmente nei casi di infezioni ricorrenti o resistenti.
Perché si esegue un’urinocoltura?
Gli urologi prescrivono un’urinocoltura quando sospettano la presenza di un'infezione del tratto urinario, particolarmente in pazienti che presentano sintomi come bruciore durante la minzione, urgenza o frequenza urinaria, o dolore addominale. Questo esame è utile anche per monitorare pazienti con condizioni predisponenti a infezioni urinarie, come il diabete, problemi di drenaggio della vescica o un sistema immunitario indebolito.
Nelle donne, le infezioni urinarie sono più frequenti a causa della conformazione anatomica. Tuttavia, anche gli uomini, specialmente quelli con ingrossamento della prostata, possono soffrire di infezioni urinarie, che possono peggiorare se non trattate adeguatamente.
Come si effettua un’urinocoltura?
L’urinocoltura richiede la raccolta di un campione di urina, che deve essere privo di contaminazioni. Di solito, il paziente è istruito a seguire specifiche indicazioni per garantire la qualità del campione:
- Lavarsi accuratamente le mani.
- Pulire l’apertura dell’uretra con una salvietta antisettica.
- Scartare il primo flusso di urina e raccogliere il campione sterile a metà del flusso.
- Evitare il contatto della tazza sterile con la pelle.
Queste istruzioni sono fondamentali per evitare contaminazioni esterne che potrebbero alterare i risultati. Nei casi in cui il paziente non sia in grado di fornire un campione in modo autonomo, come nei bambini o nei pazienti ospedalizzati, è possibile utilizzare altri metodi, come la cateterizzazione o l'aspirazione con ago.
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Differenza tra analisi delle urine e urinocoltura
Nonostante entrambi gli esami analizzino le urine, gli scopi sono diversi. L'analisi delle urine è un test di routine che valuta parametri generali, come la presenza di globuli rossi o bianchi, zuccheri e proteine. È utile per diagnosticare diverse condizioni, ma non può identificare con precisione i batteri presenti.
L'urinocoltura, d'altro canto, è specificamente progettata per isolare e identificare i patogeni batterici nelle urine. Questo permette agli urologi di diagnosticare correttamente l'infezione e di trattarla nel modo più appropriato.
Esiti dell'urinocoltura
I risultati dell'urinocoltura possono essere positivi o negativi. Un esito positivo denota la presenza di batteri nelle urine e, quindi, un'infezione in corso. In questo caso, è fondamentale iniziare un trattamento antibiotico mirato. Un esito negativo, invece, conferma l'assenza di infezioni e indica che le urine sono sterili.