Valutazione neurofunzionale 0-3 anni: quali sono i segnali da monitorare?
Il nostro esperto in Pediratria, il Prof. Alberto Spalice, ci parla dello sviluppo neurofunzionale del bambino, in particolare nella fascia d’età che va dagli 0 ai 3 anni
Perché è importante valutare lo sviluppo del bambino nel periodo 0-3 anni?
Nel periodo 0-3 anni, in particolare, è essenziale monitorare la crescita e gli eventuali problemi di sviluppo del bambino, con lo scopo di fornire indicazioni ai genitori, informarli degli elementi di fragilità individuati e condividere con loro le possibili soluzioni. Riuscire ad identificare tempestivamente eventuali anomalie di sviluppo serve ad intraprendere interventi precoci coinvolgendo specialisti dello sviluppo, al fine di stabilire l’iter riabilitativo più adatto per il bambino a rischio di disabilità (bambini prematuri, neonati con sindrome post-asfittica, con patologia neurologica, con sindromi malformative o malattie rare).
Su cosa si basa la valutazione neurofunzionale 0-3 anni?
Viene favorito il riconoscimento della normalità come approccio essenziale per la valutazione e sono stati definiti gli item ritenuti utili per la suddetta analisi da parte del pediatra nella fascia 0-3 anni. È stata quindi cercata un’approvazione dei segni più significativi di normalità e del suo aspetto qualitativo (ricchezza, variabilità, armonia delle competenze) piuttosto che temporale (età di acquisizione). Questo permette al pediatra di individuare i bambini sani basandosi su indicatori di salute psicomotoria, cioè basandosi sulla ricerca di eventuali campanelli di allarme che possano far pensare ad un ritardo psicomotorio. Ciò consente di individuare in maniera corretta la maggior parte dei bambini sicuramente sani e quelli che, seppur presentino alcuni ritardi nell’acquisizione di determinate competenze, non necessitano di una valutazione da parte di uno specialista.
In cosa consiste la valutazione?
La valutazione si ottiene dall’insieme delle competenze cognitive, motorie e relazionali e prende in considerazione anche il fatto che il range temporale di acquisizione di alcune di esse può essere più o meno ampio a seconda dell’item considerato. Gli indicatori di normalità vengono valutati dal pediatra mediante osservazione clinica, quesiti posti ai genitori e/o manovre mirate:
- Analizzare il comportamento spontaneo del bimbo, ad esempio quando si trova in braccio ai genitori o quando è disteso sul tappeto o sul lettino è essenziale per valutare l’aspetto relazionale e motorio, prima di intraprendere eventuali manovre specifiche;
- L’anamnesi di sviluppo, vale a dire il colloquio con i genitori, serve a comprendere il comportamento del bimbo, la sua alimentazione, le sue fasi di sonno, le pratiche di accudimento e con chi il passa la giornata;
- Le manovre mirate stanno ad indicare le proposte o le sollecitazioni effettuate del medico volte ad ottenere delle risposte motorie o schemi di azione del bambino indicativi di maturità neuro-comportamentale.
Valutazione neurofunzionale: modalità operative
A seconda dell’età dovrebbero essere riportate, su delle schede allegate, i segni e le competenze da monitorare che corrispondono ad indici di sospetto di possibile disturbo dello sviluppo e che richiedono una valutazione da parte di uno specialista per una loro definizione più precisa. I criteri guida di questa valutazione sono:
- L’età in cui si effettua l’analisi: è preferibile che la visita venga eseguita nelle fasi finali o iniziali delle fasce d’età previste dai bilanci di salute;
- Il mancato miglioramento alla rivalutazione in seguito all’indicazione e alla messa in atto di specifiche attività in grado di favorire lo sviluppo;
- La regressione delle competenze acquisite;
- La presenza di molteplici segni clinici sospetti;
- Un espresso stato di preoccupazione o una segnalazione fatta dai genitori;
- Le capacità e le competenze dei genitori di prendersi cura delle necessità evolutive del bambino;
- Particolare attenzione per i nati pretermine.
Cosa viene valutato?
Per ogni valutazione, l’analisi viene suddivisa in:
- Motricità (globale e fine);
- Relazione (Interazione e Comunicazione);
- Aspetti di Regolazione (funzione alimentare, ritmi sonno-veglia, controllo sfinterico, maturità emotiva) che, se mostrano difficoltà rilevanti, possono interferire nello sviluppo soprattutto nelle prime fasi di vita;
- Funzioni gastroenteriche e cardiorespiratorie, per l’importanza che rivestono nello sviluppo armonico del bambino, specie in soggetti prematuri o con patologie complesse.
In conclusione
Nei bambini prematuri, il rischio auxologico-nutrizionale, i problemi respiratori relazioni alla broncodisplasia e la frequenza di deficit neuroevolutivi rappresentano un ulteriore elemento di complessità per il pediatra. La consueta e stretta relazione tra comorbidità di tipo respiratorio, nutrizionale e neuroevolutivo, in particolari nei bambini di più bassa età gestazionale, può rendere più complicato discernere quanto sia neurologico e quanto sia invece il risultato di altri fattori e delle loro interazioni nello sviluppo, se non si considerano tutti i parametri di salute nella loro globalità.