Amenorrea
Che cos’è l’amenorrea?
L'amenorrea esprime la mancanza di flussi mestruali per oltre 3 mesi.
- Amenorrea primaria: mancanza di flussi in ragazza che non ha ancora avuto il menarca (= I flusso);
- Amenorrea secondaria: mancanza di flussi da almeno 3 mesi in donna già mestruata.
Questa condizione patologica richiede una diagnosi circa la causa della mancanza di flussi prima di iniziare un trattamento specifico (sostituzione degli ormoni mancanti, risoluzione di condizioni specifiche responsabili del blocco della funzione ovarica ecc.). La diagnosi si avvale di dosaggi ormonali e della ecografia utero-ovarica.
Prognosi della malattia
La prognosi dell’amenorrea secondaria dipende dalla causa. Può essere favorevole se la patologia è curabile; se invece si tratta di una condizione particolarmente grave (cancro all’utero) o poco curabile, può avere una prognosi sfavorevole.
Sintomi dell’amenorrea
L'amenorrea non è una malattia ma un sintomo. A seconda della causa che la origina, l'amenorrea può essere accompagnata da una varietà di altri sintomi, tra cui cefalea, galattorrea (anomala secrezione lattiginosa dalle mammelle), aumento o perdita di peso, aumento della peluria nelle consuete sedi di crescita (ipertricosi) e/o anche in sedi che generalmente sono glabre nel genere femminile (irsutismo) come il viso, mammelle e addome; altresì, possono presentarsi cambiamenti delle dimensioni del seno, secchezza vaginale ed altri sintomi correlati alla riduzione della produzione ormonale estrogenica ovarica e/o della funzionalità tiroidea.
Diagnosi per l’amenorrea
Al fine di determinare una diagnosi per capire quali cause abbiano determinato la comparsa di amenorrea, sarebbe opportuno sottoporsi alle seguenti prove: analisi dei sintomi percepiti dal paziente, esame pelvico, esame del seno e dei genitali, test di gravidanza (per capire se siamo in presenza di una gravidanza), verifica dei livelli ormonali di FSH, LH, TSH e prolattina nel sangue, ecografia pelvica (per verificare la presenza di anomalie anatomiche), TAC e/o risonanza magnetica nucleare della testa (per verificare la presenza di tumori a livello di ipotalamo o ipofisi), isteroscopia e/o isterosalpingografia (effettuati nel caso in cui l'esame pelvico e l'ecografia pelvica non abbiano apportato risultati soddisfacenti).
Quali sono le cause dell’amenorrea?
Le mestruazioni sono l'esito di un complesso processo che coinvolge numerosi organi: ipotalamo e ipofisi a livello cerebrale, tiroide, ovaie, utero e basse vie genitali. L’equilibrio del complesso apparato endocrino, quando non presente un problema anatomico o geneticamente determinato, rappresenta il cardine di questa condizione. L'amenorrea può, quindi, avere origine da alterazioni funzionali o organiche a carico di ciascuno di questi distretti e, pertanto, riconosce, se non presenti cause fisiologiche, cause endocrine, anatomiche, genetiche, farmacologiche e/o di diverso altro tipo.Le condizioni che possono determinare l’insorgere di amenorrea sono molte e bisogna escludere, in primis, tutte le condizioni naturali che fisiologicamente la inducono, come la gravidanza, l'allattamento e la menopausa.
La causa più frequente dell'amenorrea nelle donne in età riproduttiva è l'anovulazione cronica - causa di sterilità - nella quale, pur in presenza di un ovaio funzionante, i suoi recettori non risultano sensibili alle increzioni ormonali necessarie per indurre l’ovulazione e la mestruazione. Solitamente ciò avviene per una disfunzione o alterazione dell'asse ipotalamo-ipofisi-tiroide-surreni-ovaio.
L’ipotiroidismo o ridotta funzionalità della tiroide con conseguente aumento della prolattina, l’iperproduzione di ormoni androgeni da parte delle ghiandole surrenali, l’ovaio micro-policistico e l’ovaio multi-follicolare, che in genere causano solo irregolarità del ritmo mestruale, possono indurre l’assenza del flusso mestruale (amenorrea). Tra le varie cause anatomiche vi sono anche le anomalie del setto vaginale e/o un imene non perforato. Raschiamenti o altri precedenti interventi all'utero possono causare cicatrici (comuni aderenze o sinechie) che possono bloccare la fuoriuscita del flusso mestruale. Ulteriormente, diversi farmaci, tra cui gli psicofarmaci ed i chemioterapici, possono determinare l’amenorrea.
Questa, altresì, può presentarsi, temporaneamente, appena dopo la sospensione dell'assunzione della pillola anticoncezionale (contraccezione). L'interruzione delle mestruazioni può essere determinata anche da uno stato di grave denutrizione, quale si ha nell'anoressia, o al contrario in caso di obesità o eccesso ponderale e/o ancora, in donne che praticano una costante e intensa attività fisica senza un adeguato apporto alimentare (atlete agoniste, con inadeguato ed equilibrato apporto alimentare, sottoposte a condizioni di intenso stress post-agonistico); inoltre, altre condizioni di stress psichico particolarmente incisivo possono determinare l'interruzione del flusso mestruale. Infine, possono causare l’assenza del flusso mestruale anche un certo numero di rare malattie genetiche.
Si può prevenire?
È possibile prevenire l’amenorrea solo se i fattori scatenanti possono essere controllati ed evitati: anoressia nervosa, eccessiva attività fisica, malnutrizione, stress, obesità.
Trattamenti per l’amenorrea
I trattamenti utilizzati nelle condizioni di amenorrea favorita da cause controllabili sono:
- Dieta (dimagrante o no), mirata al raggiungimento del normale peso corporeo (quando il disturbo è dovuto a condizioni di anoressia nervosa o bulimia; il trattamento deve essere accompagnato dalla psicoterapia;
- Riduzione delle ore dedicate all'esercizio fisico, se la causa è l’eccessiva attività fisica;
- Interruzione dei farmaci che stanno favorendo la comparsa di amenorrea;
- Tecniche di rilassamento, nel caso in cui la patologia è determinata da stress;
- Trattamento chirurgico, se l’amenorrea è causata da: tumore ipofisario, aderenze intrauterine e anomalie del tratto genitale;
- Trattamento farmacologico, se l’amenorrea è causata da ovaio policistico.
Anche la terapia dipende dalla causa, che deve quindi essere indagata attentamente con adeguato scrupolo e massima professionalità. Una volta esclusa una gravidanza, l’allattamento o la menopausa, è necessaria una visita endocrinologica e ginecologica, e una serie di indagini per rilevare l’assetto ormonale, cui seguirà l’eventuale intervento farmacologico. Se si sospetta, altresì, la presenza di malattie genetiche, si può procedere al completamento delle indagini con un esame del cariotipo, ossia lo studio del numero e della forma dei cromosomi. Eventuali cause anatomiche andranno corrette chirurgicamente. Risulta utile diffidare sempre della consuetudine, molto diffusa tra i ginecologi, di affidare la risoluzione del problema ad una terapia estro-progestinica, cioè banalmente all’uso della pillola contraccettiva, che spesso fa riprendere il flusso mestruale senza indagare sulle cause che originano l’amenorrea, facendo permanere le cause endocrine un oscuro, misterioso, inesplicabile arcano interpretativo.
A quale specialista rivolgersi?
In presenza di amenorrea è sempre opportuno rivolgersi ad un medico specialista, meglio se un Endocrinologo e Ginecologo, per le opportune ed appropriate indagini idonee alla complessa diagnosi e corretta terapia ormonale sostitutiva. Infatti, lo specialista al quale affidarsi nel complesso processo di diagnosi dell’amenorrea deve essere uno specialista in Endocrinologia ed in Ginecologia, poiché l’endocrinologo-ginecologo è l’unico pluri-specialista in grado di valutare e monitorare attentamente tutte le indagini volte a confermare o meno la causa della patologia, il più delle volte di origine endocrina, e a prescrivere il miglior trattamento possibile.