Ipotiroidismo

Creato: 13/04/2024

Che cos’è l’ipotiroidismo?

L’ipotiroidismo, altrimenti noto come tiroide ipoattiva, è una condizione che colpisce la ghiandola tiroidea e che fa produrre a quest’ultima quantità insufficienti di ormone tiroideo.

L’ormone tiroideo svolge un ruolo importante nell’organismo, influenzandone il metabolismo. Nelle persone affette da ipotiroidismo il sistema metabolico funziona più lentamente, dando origine a vari problemi.

L’ipotiroidismo colpisce più comunemente le donne, dieci volte più degli uomini. La condizione può inoltre comparire nei bambini.

Prognosi della malattia

In caso di diagnosi tempestiva, vi sono ottime possibilità che la prognosi sia favorevole e di riuscire a tenere l’ipotiroidismo sotto controllo.

Sintomi dell’ipotiroidismo

In fase iniziale i sintomi dell’ipotiroidismo possono non essere evidenti, in quanto coincidono spesso con le conseguenze naturali dell’invecchiamento come, per esempio, l’aumento di peso o l’affaticamento.

Tuttavia, con il progredire della condizione, possono apparire ulteriori segni e sintomi dell’ipotiroidismo, tra cui:

  • Cute secca
  • Sensibilità al freddo
  • Capelli diradati/fragili
  • Dolore alle articolazioni
  • Rigidità o gonfiore delle articolazioni
  • Periodi mestruali irregolari o pesanti
  • Debolezza/dolore muscolare
  • Affaticamento generale
  • Costipazione
  • Depressione

Un medico di norma effettua un esame della funzionalità tiroidea per stabilire se tali sintomi siano indicativi di ipotiroidismo. Durante l’esame viene prelevato un campione di sangue per misurare i livelli ormonali. L’ipotiroidismo, ossia la carenza di ormoni tiroidei, può essere evinto da un TSH alto, vale a vire da una concentrazione elevata dell’ormone tireoestimolante.

Quali sono le cause dell’ipotiroidismo?

Esistono una serie di motivi per cui la ghiandola tiroidea non riesce a produrre una quantità sufficiente di ormone tiroideo, tra cui:

  • Tiroidite di Hashimoto, una malattia autoimmune in cui l’organismo attacca i suoi stessi tessuti.
  • Trattamento per ipertiroidismo. Nelle persone che producono quantità di ormone tiroideo in eccesso, il trattamento mira a ridurre la funzione tiroidea. Tuttavia, il trattamento può provocare ipotiroidismo permanente.
  • Radiazione. La radioterapia utilizzata nel trattamento antitumorale di testa e collo può influire sulla ghiandola tiroidea, facendo aumentare il rischio di sviluppare un disturbo della tiroide.
  • Determinati farmaci. Alcuni tipi particolari di farmaci, come il litio (spesso utilizzato nel trattamento dei disturbi psichiatrici), possono causare l’ipotiroidismo.

Si può prevenire?

Chiunque può sviluppare l’ipotiroidismo e non è possibile prevenirlo. Tuttavia, esistono dei fattori di rischio ed essere consapevoli dei segni della condizione può aiutare ad ottenere una diagnosi in tempi rapidi.

Le donne di età superiore ai 60 anni hanno maggiori probabilità di sviluppare l’ipotiroidismo, come anche le donne che si trovano dal sesto mese di gravidanza in poi o che hanno già partorito. Un’anamnesi familiare di malattia autoimmune o di malattia della tiroide può inoltre far aumentare la probabilità di sviluppare la condizione. Anche le persone che si sono sottoposte a radioterapia alla parte superiore del torace o al collo corrono un rischio maggiore, così come quelle che si sono sottoposte ad intervento chirurgico alla tiroide per rimuovere, anche solo parzialmente, la ghiandola.

Trattamenti per l’ipotiroidismo

Il trattamento per l’ipotiroidismo ha come obiettivo quello di far aumentare i livelli di ormone tiroideo. Normalmente ciò si ottiene per mezzo della sostituzione ormonale, una terapia che in genere viene assunta per tutta la vita. Grazie alla sostituzione ormonale i pazienti possono trascorrere una vita normale e sana.

È importante assicurarsi che l’ipotiroidismo venga trattato in modo corretto. Se non viene trattata, la condizione può causare complicanze mediche come le malattie cardiache e il gozzo (tiroide ingrossata).

A quale specialista rivolgersi?

È necessario rivolgersi a un medico endocrinologo che potrà accompagnare il paziente attraverso l’intero iter diagnostico e terapeutico.