Neuroipofisi
Che cos’è la neuroipofisi?
La neuroipofisi rappresenta la parte posteriore dell’ipofisi. La funzione principale della neuroipofisi è quella di servire da serbatoio a due degli ormoni secreti dall’ipotalamo; tra questi vi è l’ormone antidiuretico (ADH), detto anche vasopressina. Una delle principali azioni di questo ormone è di promuovere il riassorbimento di acqua a livello renale.
Patologie che possono colpire la neuroipofisi
Il deficit di secrezione di ADH, o la resistenza recettoriale alla sua azione, causa una sindrome caratterizzata da incremento della diuresi (poliuria) e della sete, con conseguente aumento dell’introito di liquidi (polidipsia). Questa sindrome prende il nome di diabete insipido. Questa patologia va distinta dal più noto diabete mellito, caratterizzato da livelli aumentati di glucosio nel sangue.
Il diabete insipido può insorgere in seguito a patologie cerebrali di natura diversa (es. tumori, infezioni encefaliche, traumi cranici, interventi neurochirurgici, esiti di trattamento radioterapico sull’encefalo). In questi casi si parla di diabete insipido neurogeno, caratterizzato da un deficit di secrezione di ADH. Il diabete insipido può anche insorgere durante la gravidanza (diabete insipido gestazionale), per degradazione dell’ADH da parte delle vasopressinasi placentari.
Una situazione di resistenza all’azione dell’ADH, e non deficit di secrezione, si può avere invece in presenza di malattie renali o di alterazioni elettrolitiche, come ipercalcemia e ipopotassiemia. In questi casi si parla di diabete insipido nefrogenico. Alcuni farmaci, in particolare il litio, possono pure determinare un quadro di resistenza all’azione dell’ADH. Seppure raramente, il diabete insipido può avere origine genetica.
Situazione opposta al diabete insipido è quella che si realizza a causa di un’aumentata secrezione di ADH, come si verifica nella Sindrome da Inappropriata AntiDiuresi (SIAD). La SIAD determina un aumento del riassorbimento renale di acqua e ciò determina iponatriemia, cioè una ridotta concentrazione di sodio nel sangue. La SIAD rappresenta di fatto una della cause più comuni di iponatriemia, che a sua volta è l’alterazione idro-elettrolitica più frequentemente riscontrata nella pratica clinica. Molteplici sono le cause di SIAD e tra esse rientrano tumori che secernono ADH (SIAD paraneoplastica), patologie cerebrali, polmonari, trattamenti farmacologici di vario tipo (es. farmaci chemioterapici, oppioidi, antiepilettici, antidepressivi). È da ricordare il fatto che l’iponatriemia può causare sintomatologia neurologica, la cui gravità dipende dall’entità della stessa e dalla rapidità di insorgenza. Si possono avere alterazioni dell’equilibrio, nausea, cefalea, disturbi dell’umore, fino a disorientamento, alterazione dello stato di coscienza, crisi convulsive, coma, arresto respiratorio. È inoltre noto dalla letteratura che l’iponatriemia rappresenta un fattore prognostico negativo in molteplici patologie, incluse quelle tumorali.
Diagnosi delle patologie della neuroipofisi
La diagnosi di diabete insipido può essere sospettata in pazienti che presentino poliuria e polidipsia. Una volta esclusa la presenza di diabete mellito, condizione che, come detto, può pure essere associata a poliuria e polidipsia, occorre eseguire test diagnostici specifici (es. test di stimolo con arginina, test con infusione di soluzione salina ipertonica) per diagnosticare la presenza o meno di diabete insipido. Questi test, che possono essere eseguiti in regime di Day Hospital, permettono di fare diagnosi differenziale tra diabete insipido (in cui la polidipsia è secondaria alla poliuria) e polidipsia primaria (primariamente caratterizzata da eccessiva assunzione di liquidi).
La diagnosi di SIAD si avvale di una serie di valutazioni cliniche (stato di idratazione) e biochimiche (natriemia, osmolalità sierica e urinaria, sodiuria). Devono essere escluse altre possibili cause di iponatriemia (es. stati di disidratazione, ipocortisolismo, insufficienza cardiaca o renale, cirrosi epatica).
Trattamenti per le patologie della neuroipofisi
Il trattamento del diabete insipido neurogeno consiste nella somministrazione di un ormone sintetico, analogo dell’ADH, chiamato desmopressina. La somministrazione di norma è per via orale o sotto forma di spray nasale. In pazienti con condizioni che non permettono tale tipo di assunzione, si ricorre alla via parenterale. Nel diabete insipido nefrogenico il trattamento è finalizzato alla cura dell’alterazione scatenante. Ad esempio, in caso di diabete insipido secondario ad ipercalcemia o ipopotassiemia, la terapia avrà come obiettivo la normalizzazione di questi parametri. Complesso, e solo parzialmente soddisfacente, è il trattamento delle forme di diabete insipido nefrogenico congenito. In tal caso, qualche beneficio si ottiene ad esempio con anti-infiammatori non steroidei, diuretici tiazidici, amiloride.
Il trattamento della SIAD varia in funzione della gravità dell’iponatriemia. Nelle forme più lievi la terapia di prima scelta consiste nella riduzione dell’apporto di liquidi. Tuttavia, spesso questo tipo di trattamento non è del tutto soddisfacente in termini di correzione della natriema. Maggiormente efficaci sono gli antagonisti del recettore renale (V2) della vasopressina (in Europa è disponibile il tolvaptan) o l’urea. Nelle forme più gravi di iponatriemia, il trattamento consiste nell’infusione endovena di soluzione salina ipertonica (3% NaCl), da effettuarsi sotto stretto monitoraggio medico.
Specialista che tratta le patologie della neuroipofisi
Il medico di riferimento per la gestione delle patologie associate alla neuroipofisi è uno specialista in Endocrinologia.