Ricostruzione degli arti

Creato: 13/04/2024

Che cos'è la ricostruzione degli arti?

La ricostruzione degli arti comprende un insieme di tecniche chirurgiche utilizzate per ripristinare, dove possibile, la funzionalità di un arto che ha subito un grave trauma, e a seguito del quale presenta una ridotta funzionalità o perdite anatomiche di osso e tessuti molli. La maggior parte di questi interventi può essere eseguita sotto anestesia locoregionale. 

L'intervento si esegue per ripristinare la normalità in un arto che ha subito la perdita della sua funzione a seguito di gravi traumi o complicazioni chirurgiche.

In cosa consiste?

L’intervento di ricostruzione dell’arto si realizza in tre fasi:

  • La ricostruzione ossea viene effettuata attraverso l’utilizzo di placche o di dispositivi che vengono fissati esternamente ma che attraversano l’osso dall’interno; il nuovo osso rigenerato si consegue mediante l’allungamento del callo osseo producendo una continuità dello stesso, un osso iper-vascolarizzato, morfologicamente identico all'osso originario e con le stesse caratteristiche di resistenza meccanica;
  • La riparazione dei legamenti e dei vasi sanguigni attraverso interventi di microchirurgia;
  • Il ripristino dell’area cutanea danneggiata attraverso il trasferimento dei lembi muscolocutanei.

Preparazione per la ricostruzione degli arti

L'arto deve essere libero da processi infettivi, per cui qualsiasi processo settico esistente deve essere trattato nel modo più radicale possibile. Per realizzare la ricostruzione si utilizzano sistemi di fissazione esterna (trasportatori), che permettono di controllare dall'esterno dell'arto lo spostamento dei frammenti ossei utilizzati nella ricostruzione: "frammenti allungati" nel trasporto osseo.

Recupero postintervento

Una volta installato il sistema di ricostruzione e avviato il trasporto (allungamento) dei frammenti ossei, l'arto deve rimanere in scarico durante la fase "attiva". Questa fase potrebbe essere caratterizzata dall’insorgere di infezioni o di emorragie, pertanto è opportuno sottoporsi a controlli medici costanti e ad una rieducazione (18 mesi - 2anni). Una volta finalizzata questa parte, inizia la fase "statica", quella in cui l'area rigenerata raggiunge una maturazione e si ossifica. Quando il grado di ossificazione lo permette, il paziente può appoggiare l'arto. Durante tutto il processo occorre prestare particolare cura agli orifizi cutanei di entrata delle "viti" di fissaggio scheletrico, che collegano l'osso al dispositivo esterno.